La tutela dei minori in rete

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AUTORITÀ PER LE GARANZIE DELLE COMUNICAZIONI (AGCOM)

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I rischi presenti sulla rete sono molteplici, specialmente quando a questi sono esposti i minorenni. Tra i molti, vi è la possibilità di essere vittima di reati come, ad esempio, l’adescamento di minorenni (ex art. 609-undecies c.p.) e la sostituzione di persona (ex art. 494 c.p.). La combinazione di queste due fattispecie di reato, non di rado disgiunte tra loro, dà vita a situazioni di cui si sente sempre più spesso parlare, anche nelle notizie di cronaca: un soggetto adulto si finge un coetaneo della vittima utilizzando account con nomi falsi e fotografie altrui al fine di ottenere la fiducia del minore; poi, sfrutta questa “amicizia” per ottenere contenuti multimediali sessualmente espliciti che successivamente utilizza a fini ricattatori, estorsivi, commerciali etc.

I pericoli della rete non si limitano però ai soli comportamenti penalmente rilevanti. Si pensi, ad esempio, ai frequenti casi di giochi pericolosi, messi in pratica da alcuni utenti della rete, che vengono poi emulati dai giovanissimi i quali, in questo modo, provano ad aumentare i propri seguaci per raggiungere il “successo”. Il caso più diffuso è quello dei c.d. selfie estremi, ossia gli autoscatti fatti in luoghi pericolosi che – secondo uno studio della iO Foundation – hanno causato la morte di quasi 400 persone dal 2008 al 2021.

Di conseguenza, la tutela dei minorenni che accedono ad internet rappresenta, oggi, una delle più importanti sfide in tema di sicurezza ed in tal senso si pone – finalmente ­– la Delibera n. 16/22/CONS del 4 febbraio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) con la quale è stata indetta una consultazione pubblica finalizzata all’adozione di Linee guida per l’attuazione dell’articolo 7-bis del D.L. 30 aprile 2020, n. 28 dedicato ai “sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio”.

Nello schema di Linee guida allegato alla delibera, si prevede che i fornitori di servizi di accesso a Internet, qualsiasi sia la tecnologia utilizzata per l’erogazione degli stessi, debbano mettere a disposizione degli utenti dei “sistemi di parental control ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco di contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni diciotto”. Il filtro, per impedire di aggirare i sistemi di controllo parentale, dovrebbe risiedere nella concessione e dovrebbe essere data la facoltà di disattivarli al solo titolare maggiorenne del contratto, il quale deve essere preventivamente identificato per abilitarlo all’effettuazione delle operazioni. Ciò, presumibilmente, può avvenire mediante SPID, o PIN inviati mediante sms o altri possibili sistemi di identificazione.

Naturalmente, è necessario e quanto mai essenziale fondare la gestione di tali meccanismi su principi di chiarezza e trasparenza delle informazioni, nonché di semplicità e intuitività degli stessi, in modo tale da dare a tutti la possibilità di metterli in pratica.

Ad ogni modo, una volta pervenute le risposte alla consultazione pubblica, le linee guida dovranno essere adottate e pubblicate dall’AGCOM. A quel punto, la strategia italiana per la protezione dei giovani sul web sarà più chiara… E di questo daremo notizia.

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