Criticità e preoccupazioni per minori e famiglie in merito all’attuazione della “Riforma Cartabia”

Foto di Clker-Free-Vector-Images da Pixabay

COMUNICATO DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DEI MAGISTRATI PER I MINORENNI E LA FAMIGLIA

(Foto di Clker-Free-Vector-Images da Pixabay)

La cosiddetta “Riforma Cartabia” che, come è noto, interviene in diversi settori del diritto civile e del diritto penale, sta destando molte preoccupazioni e sta evidenziando le non poche criticità che attenti osservatori, anche di livello internazionale, hanno rilevato in più occasioni.

Ad ogni modo, per quel che qui interessa, pure il settore della giustizia minorile è stato (s)travolto da tale riforma nonostante gli innumerevoli rilievi critici – spesso inascoltati – mossi da esperti ed operatori della materia. Tra coloro che hanno tentato di “illuminare” il legislatore e ora il Governo vi è l’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia (AIMMF) che, con spirito costruttivo, ha sistematicamente cercato di contribuire al più idoneo e sensato funzionamento dell’istituendo tribunale per le persone, per i minorenni e per la famiglie al fine di continuare a garantire il più adeguato servizio e la più efficace tutela dei diritti dei soggetti coinvolti (per consultare le varie proposte, clicca qui).

Recentemente l’AIMMF, ha segnalato ulteriori criticità della riforma, nonché l’impossibilità attuativa al 28 febbraio 2023 del “nuovo” processo civile per molte ragioni, sottolineando sia il fatto che la riforma «sin dalla sua stesura non ha ritenuto di prendere in considerazione le effettive realtà degli uffici giudiziari e dei territori» sia il fatto che il settore minorile non ha «alcuna attinenza all’esecuzione del PNRR» – come spesso, al contrario, è stato dichiarato –, con ciò comportando, tra l’altro, gravi pregiudizi per le persone (adulte e minori) coinvolte.

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