A proposito di… educazione civica e violenza nelle nuove generazioni

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

RIFLESSIONI E CONSIDERAZIONI

(Foto di Gerd Altmann da Pixabay)

Correva l’estate del 2019 e l’educazione civica sarebbe dovuta rientrare con pieno titolo tra le materie scolastiche nelle scuole di ogni ordine e grado con l’inizio dell’anno scolastico 2019/20, con 33 ore all’anno di insegnamento ad hoc.

Poi è successo di tutto… e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

L’educazione civica – scrive Francesco Provinciali in una sua recente riflessione – sarebbe uno strumento formativo per radicare un’idea di appartenenza, per sentirsi parte di una comunità solidale affinché ciascuno sia responsabilmente consapevole di portare, secondo le sue potenzialità, un piccolo mattone alla costruzione del bene comune.

Tuttavia, ascoltando gli echi di cronaca ricorrenti, si ritrovano tutti gli ingredienti negativi del suo opposto: indifferenza verso gli altri, vita sociale come contenitore di episodi di violenza, sopraffazione, bullismo, intolleranza, femminicidi, con fatti gravi che esprimono il totale disprezzo verso la vita.

Si assiste con preoccupazione ad una adultizzazione precoce dell’adolescenza e ora persino dell’infanzia (c’è chi propone di abbassare l’età della responsabilità penale dagli attuali 14 ai 12 anni, ma pare un azzardo), nei suoi aspetti più deteriori: dall’uso disinvolto di droghe di ogni tipo, dalla facilità con cui circolano le armi, dalle aggressioni di compagni e persino insegnanti a scuola, dalla derisione fino ai pestaggi dei disabili o degli emarginati, dall’utilizzo persecutorio delle tecnologie, per commettere reati dal cyberbullismo al revenge porn.

Sembra saltata ogni regola che conferiva al vivere sociale una tollerabile sostenibilità e questa tendenza cresce di giorno in giorno nei comportamenti sociali ricorrenti, quasi con emulazione.

La violazione delle regole è anzi la prevalente pedagogia sociale che si diffonde in ogni target sociale e si estende ad ogni età, mentre violenza fisica e simbolica sono le facce di una deriva che secondo Vittorino Andreoli va oltre e porta verso la distruzione come forma di ribellione totale e dilagante.

Le famiglie devono esserne consapevoli: certe forme di difesa d’ufficio dei figli sono deleterie.

Mentre l’educazione sentimentale e l’educazione civica sono la “didattica” più efficace perché ciò si realizzi.

Tuttavia, oggi, ci si chiede ancora che fine abbia fatto l’educazione civica nelle scuole: consiste forse in qualche corso accelerato di bon ton, o nell’abc dell’educazione stradale, ambientale o nell’uso dello smartphone?

Di solito, questi progetti educativi sono effimeri e producono l’effetto contrario.


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