Fascicolo 3
Se diverse sono le forme di violenza, ve ne è una che oggi, pur apparendo spesso nascosta, appare particolarmente drammatica: si tratta di quella dei figli nei confronti dei propri genitori, cioè la cosiddetta violenza figlio-parentale. Spesso sottostimata a causa dello stigma, della vergogna sociale che genera e delle difficoltà – da parte famiglie – nel denunciare tali situazioni per paura del giudizio altrui, per senso di colpa o per il timore di ripercussioni nei confronti di chi ne è responsabile, può assumere diverse forme. Quella fisica ne è solo una componente, perché la violenza figlio-parentale può infatti manifestarsi anche in forma più sottile attraverso ricatti, manipolazioni emotive, ostilità, insulti e minacce oppure attraverso la sottrazione di beni e denaro o, ancora, attraverso il progressivo isolamento del genitore dalle relazioni nel circuito sociale attraverso diffamazioni o manipolazioni. Solo negli ultimi anni si è cominciato a studiarla in maniera sistematica, ad identificarne le differenti sfaccettature, a comprenderne le diverse componenti e la dimensione di disagio che la amplifica. Ma siamo certi che ci sia ancora molto da capire: perché un adolescente mette in atto queste condotte? cosa si attiva nella famiglia a seguito di un comportamento violento così diretto? come si può intervenire? Queste sono solo alcune delle domande che ci poniamo e poniamo a chi di interesse nel costruire il prossimo numero di Adolescenze che, nello spirito transdisciplinare della Rivista, ci piacerebbe potesse essere sviluppato attraverso contributi poliedrici e stimolanti mantenendo sempre una connessione con gli insegnamenti della mitologia e della storia che ci hanno offerto chiavi di lettura interessanti su questo tema.