Allarme per l’uso eccessivo di psicofarmaci da parte degli adolescenti

Foto di Ri Butov da Pixabay

XXIV Congresso nazionale della Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia

(Foto di Ri Butov da Pixabay)

Un giovane su dieci usa psicofarmaci a scopo “ricreativo”: nuove forme di dipendenza che fanno preoccupare.

Questo grido di allarme è stato dato in occasione del XXIV Congresso nazionale della Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia che si è tenuto, nei giorni scorsi, tra Milano e Venezia.

Nel corso dell’evento, dal titolo evocativo “Sguardo al futuro. Neuroscienze e neurofrontiere in psicofarmacologia”, si è portata l’attenzione, tra l’altro, sull’uso improprio che gli adolescenti fanno degli psicofarmaci e sulle conseguenze negative che queste producono.

Il fenomeno, che secondo le più recenti stime sta dilagando tra gli adolescenti già a partire dai 13-14 anni, è in crescita costante, tra il 15 e il 20% negli ultimi 5 anni, grazie anche alla facilità di reperimento degli psicofarmaci. Secondo uno studio del CNR (Centro Nazionale delle Ricerche), infatti, questi farmaci sono troppo spesso disponibili in casa (42%), acquistati facilmente su Internet (28%), recuperati per strada (22%), sfuggendo dunque al controllo di adulti e medici.

La tipologia di psicofarmaci maggiormente utilizzata nel corso dell’ultimo anno, sempre secondo i dati del CNR, è quella dei farmaci sedativi, per dormire (5%); seguono quelli per l’umore (1,7%) e quelli per l’attenzione (1,2%).

Le studentesse utilizzano in percentuale maggiore tutte le tipologie di psicofarmaci analizzate, rispetto agli studenti di sesso maschile. Inoltre, il 18% degli studenti ha utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso del 2021 e il 2,8% ne ha fatto un uso frequente. Quasi il 10% degli studenti è un “poliutilizzatore” di psicofarmaci, poiché ha abusato di almeno due sostanze negli ultimi 12 mesi.

Dagli psichiatri del convegno alcuni consigli importanti: no al “fai da te” e rivolgersi sempre al medico prima di assumere psicofarmaci; non sottovalutare le ricadute collaterali di tali sostanze; tenere gli psicofarmaci fuori dalla portata di chiunque possa farne cattivo uso; avviare campagne di sensibilizzazione; in caso di disturbi come ansia, depressione, disturbi dell’umore, seguire sempre le indicazioni dello specialista.

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