A proposito di… hikikomori

Foto di 愚木混株 Cdd20 da Pixabay

SAVE THE CHILDREN, 2023

(Foto di 愚木混株 Cdd20 da Pixabay)

Il termine “hikikomori significa letteralmente “stare in disparte” ed è usato in gergo per indicare coloro che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi (da pochi mesi fino a diversi anni), chiudendosi in casa, senza avere alcun contatto diretto con il mondo esterno, a volte nemmeno con i propri genitori. Sebbene questo tema si sia reso noto per la prima volta in Giappone, la pressione e il disagio che spingono alcuni giovani all’isolamento sociale ha assunto proporzioni drammatiche anche in Italia. 

Secondo Hikikomori Italia, attualmente i casi nel mondo sono oltre un milione: di questi centomila sono i giovani in Italia.

Ovviamente, le conseguenze di questo “stare in disparte”possono essere molte e alla base di questa riluttanza ad uscire di casa vi possono essere diverse ragioni tra cui: i disturbi del sonno, la depressione clinica, la fobia sociale o altri tipi di disturbi d’ansia. Anche la dipendenza dai social network è stata ampiamente associata alla sindrome, poiché i giovani finiscono per usarli come unico mezzo di comunicazione.

Ci sono alcune cause importanti per lo sviluppo di questo fenomeno: bullismo, sopraffazione, alte aspettative da parte degli adulti. La scuola è il primo luogo che può aiutarci ad identificare i primi campanelli di allarme, in quanto è il luogo in cui il giovane può essere maggiormente esposto di bullismo e pressione sociale.

Inoltre, il ragazzo può incontrare pressioni accademiche e sociali se appartiene a una famiglia con alte aspettative o attraversare una particolare esperienza traumatica, come una malattia o la perdita di una persona cara.

In generale la percezione che un/a giovane hikikomori ha è quella di non riuscire a rispondere a tutte le richieste della famiglia e del mondo esterno con l’impossibilità di gestire la pressione sociale e il confronto con il mondo esterno. Stare nella relazione con l’altro diventa troppo difficile, fino a sottrarsi allo stress della lotta e della competizione, chiudendosi in sé stesso/a e nella in solitudine.


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